Mercoledì 2 aprile ore 19.00

Al Circolo Bazura, via Belfiore 1 Torino

FILIPPO TRASATTI – Quattro chiacchiere conviviali sull’educazione libertaria in occasione della recente ristampa del suo libro “ LESSICO MINIMO DI PEDAGOGIA LIBERTARIA”, elèuthera editore.

Scheda libro "Lessico minimo di pedagogia libertaria" : Si può educare alla libertà senza imporre la propria autorità? Ecco una risposta in quaranta voci

Ogni rapporto educativo è una relazione di potere. Allora come si fa a educare qualcuno a essere libero senza imporre la propria autorità, ma anche senza perdersi in un permissivismo distratto?

Le oltre quaranta voci che compongono questo lessico minimo ci accompagnano, nel tempo e nello spazio, attraverso le riflessioni e le sperimentazioni realizzate dalla pedagogia libertaria per educare alla libertà attraverso la libertà. E sono proprio le idee-forza di questo approccio basato sulla pluralità metodologica e sul dubbio come risorsa ad aver fatto da lievito negli ultimi decenni agli esperimenti pedagogici più avanzati. Il lessico si propone dunque come una «cassetta degli attrezzi» semplice e funzionale destinata a tutti coloro che intendono sperimentare in prima persona percorsi educativi (e autoeducativi) basati sulla libertà come mezzo e come fine.

Scheda tratta da: http://www.eleuthera.it/scheda_libro.php?idlib=350


Alle ore 20,30 si prosegue con la "SAGRA DELL'ANTIPASTO"- quando il preambolo diventa pasto a tutti gli effetti… una cena “tuttantipasti”per stuzzicare e per sperimentare. Ovviamente cruelty free.
 

Le Maracas

costruite con scarti e fantasia

La maraca è uno strumento molto antico, che trova origine in Sudamerica (1500 anni fa). Si tratta di uno strumento a percussione che produce un suono indeterminato costruito  a partire da una zucca riempita di sassolini o semi. Scuotendolo vigorosamente, si produce un suono che varia in base al ritmo che il suonatore gli da.

Oggi le maracas sono costruite con meteriali molto diversi, da materiali naturali come il legno alla plastica.

Durante il laboratorio che abbiamo realizzato quest'anno, all'interno di un percorso sulle pari opportunità in cui le proposte ludiche e creative non mancano mai... i nostri strumenti musicali hanno preso vita da scarti quotidiani di casa: vasetti di yogurt, ritagli di giornale, ritagli di carta colorati a mano. Come grani interni, che sbattendo sulle pareti producono il tipico suono, non abbiamo utilizzato né riso, né lenticchie, come spesso accade. Quelli ce li siamo mangiati :) abbiamo usato invece sassolini raccolti nel parco. Il tutto è stato assemblato con semplice scotch e tanta fantasia delle bambine e dei bambini.

Quello che conta per noi è:

  • La partecipazione dei bimbi, che creano e inventano secondo i loro suggerimenti interni e individuali. Non importa se il prodotto è "bello". A vederlo bello sono i nostri occhi adulti e i nostri canoni di bellezza.

  • L'utilizzo di materiali di scarto reperiti possibilmente dai ragazzi. In questo modo si veicola un significato ecologico di lotta allo spreco e rivalutazione dei rifiuti come ricchezza.

  • Che il gioco sia divertente: la musica unisce e ognuno può esprimere se stesso all'interno del gruppo.

Materiale per costruire le maracas

Maracas fantasia

 

Il Maestro: Mario Lodi


"Tanto nella società come nella scuola credo non ci possano essere che due modi di vivere: o la sottomissione a un capo non eletto, oppure un sistema in cui la libertà di ognuno sia rispettata, condizionata solo dalle necessità di tutti. Il paternalismo, nella società degli adulti come nella scuola, non è che una forma insidiosa dell’autoritarismo che concede una finta libertà. Se la scuola non deve soltanto istruire, ma anche e soprattutto educare, formando cioè il cittadino capace di inserirsi nella società col diritto di esporre le proprie idee e col dovere di ascoltare le opinioni degli altri, questa scuola fondata sull’autorità del maestro e la sottomissione dello scolaro non assolve al suo compito perché è staccata dalla vita

Mario Lodi  11 ottobre 1951




Nella sua fabbrica padron Palanca faceva le bibite con gli scarti del petrolio. Ma nessuno comperava quelle bibite perché non piacevano. Allora inventò una pubblicità televisiva per convincere la gente a bere.
Una bibita da re per la mamma, per il papà e per te!

Così tutti le bevevano…e lui diventò ricco ricchissimo quasi come il re.
I ricchi sono sempre amici dei re e anche padron Palanca lo diventò. Una sera andò a cena nel suo castello gli disse:
“Ho un’idea! Perché non facciamo una grande guerra? Io ti costruirò una strabomba che nessuno ce l’ha e tu mi darai centro stramilioni. Io diventerò il più ricco del mondo e tu il re di tutta la terra”.


“Bene” disse il re, “ma come si fa a convincere la gente a fare la guerra per noi?”.
“Ci penso io” disse padron Palanca. Diventò capo della tv e fece un telegiornale pieno di pubblicità che diceva: “È bello combattere per il re e per me”.


E la gente credeva alle sue parole bugiarde, come beveva le sue bibite.
Padron Palanca nella sua strafabbrica nuova costruì la strabomba, gli aerei, i carri armati, i fucili e tutto quello che occorreva per fare la grande guerra. E vendette tutto al re per centostramilioni.


Il giorno della guerra il popolo, in piazza, guardava sul maxischermo il re e il generale Palanca.
Il generale diceva: “La guerra è incominciata. Fra poco vedrete l’aereo che sgancia la strabomba sul nemico. Noi siamo i più forti e vinceremo. Via il re e viva me!”.


L’aereo era arrivato sulla grande città e il generale ordinò: “Butta la strabomba sul nemico!”.
Il pilota guardò giù e vide bambini che giocavano. E pensò: “Se sgancio li ammazzo!” E volava sulla città che brillava al sole in cerca del nemico.
“Butta la bomba” ordinò il re arrabbiato.


Il pilota non ubbidiva, volava e cercava il nemico, e diceva: “Vedo solo bambini e gente che lavora… il nemico non lo vedo… il nemico non c’è”.
Il re e il generale gridarono insieme: “Sono loro il nemico! Sgancia e distruggili!”.


Ma il popolo e i soldati urlarono tutti insieme: “NO”.
Urlarono tanto forte che il pilota li sentì. Allora tornò indietro, volò sul castello e disse al re: “La bomba la butto addosso a te!”.
Insieme al generale il re scappò e da quel giorno un’altra storia incominciò.
In tutta la terra una storia senza guerra.


Da Favole di Pace di Mario Lodi

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