Ci piace pensare che i sogni possano a volte diventare realtà.


 

Elogio della vegetazione urbana sul sentiero per il rifugio Vivi gli Animali

Esistono i mezzi pubblici, le biciclette, le nostre gambe ma soprattutto esiste la possibilità di inquinare meno, di soffermarsi sul mondo circostante, di scoprire angoli nascosti di infinita bellezza che solo uno spostamento lento può permettere. Inoltre, esiste la possibilità di imprecare meno e familiarizzare con chi si incontra: “Mi scusi, lei conosce il rifugio ViviGliAnimali?” “No, però qua vicino c'è un rifugio per cani, sarà quello?” “E no, è un rifugio molto speciale, un'oasi di pace per altri animali, quelli spregevolmente chiamati da reddito, ma che desiderano una vita come la desideriamo tutti” “Cosa? Davvero non capisco” “Beh, c'è poco da spiegare, venga a vedere di cosa parlo...”.

Scendendo dall'autobus e percorrendo il tratto rettilineo verso il cimitero, si scorge una piccola via laterale. Inoltrandosi sul sentiero nascosto si incontrano alberi e arbusti spinosi; sono i rami dei rovi carichi di frutti dolci e succosi e quelli della Robinia, anch'essa ricca di fiori zuccherini. I frutti del rovo della famiglia Rubus, al cui colore rosso/nero la pianta deve il nome, ci accompagnano per la strada con il loro inconfondibile gusto. La Robinia pseudoacacia, chiamata così da Linneo per le foglie simili alla mimosa (acacia), è una leguminosa amante del sole che ha origine molto lontane, proviene dall'America settentrionale. A conquistarla è stato il sole italiano? Specie invasiva importata da un botanico a metà del 1600, il signor Robin a cui deve il suo nome.


A proposito di frutti scuri, pendono sul sentiero dei rami curvi e sottili carichi di grappoli di frutti neri. Sono gli alberelli del sambuco, per questo chiamato Sambucus nigra. Oggi il sambuco viene ritenuto un semplice alberello, ma nella tradizione popolare vantava numerosi pregi. Noto in Austria come “farmacia degli dei” in quanto sette sono i suoi doni officinali: fiori, frutti, radici, midollo, legno, germogli, corteccia. Piantato davanti alle case come forma di buon auspicio e buon augurio e conosciuto in riti magici e leggende, meritava un inchino ad ogni incontro da parte dei contadini tedeschi, grati della sua esistenza. Casa di fate e spiriti delle acque, era considerato un albero benevolo dai cui rami cavi si ottenevano strumenti a fiato. Chi non ha mai assaggiato le frittelle dei fiori di sambuco, si ricorderà di cogliere le profumate ombrelle e friggerle in abbondante olio?


Sembra proprio un sentiero di frutti dolci questo, perché ecco le regine indiscusse, le ciliegie, piccole e pendenti dai rami dei ciliegi selvatici, anche noti come ciliegi degli uccelli. I frutti carnosi, rossi e zuccherini attirano infatti molti animali, oltre quelli umani, proprio per queste caratteristiche. I frutti vogliono essere mangiati! Ne è la conferma che i semi sono pronti per la germinazione solo quando il frutto è arrivato a maturazione, ovvero quando assume le caratteristiche di cui sopra attirando i golosi visitatori dei boschi.

Ecco ancora dei frutti, piccoli e questa volta molto in basso: sono le fragoline di bosco ma... attenzione perché rischiamo di incontrare le matte. Le fragole matte sono facilmente riconoscibili perché rivolte verso l'alto, a differenza di quelle commestibili che scendono verso il basso. Sono comunque belle da osservare spiccando colorate nel sottobosco verde. 
Non hanno frutti rossi e tanto meno fiori zuccherini, ma sono famosi e incontrare i loro alti fusti è sempre un gran bel momento. Si tratta dell'albero del Mondo, l'abero che, nella mitologia germanica, collega il cielo e la terra, l'albero cosmico per eccellenza: il frassino. Ci inoltriamo in un piccolo bosco di alti frassini dalle caratteristiche gemme nere vellutate e i grappoli di frutti volanti. I frutti del frassino, le samare, sono frutti secchi che contengono un seme l'uno e affidano la disseminazione al vento. 


Lo stesso meccanismo avviene negli olmi, che incontriamo anch'essi lungo il sentiero. Gli olmi campestri, dalla caratteristica foglia asimmetrica alla base, producono piccole samare rotonde che volano nel vento in cerca di un terreno su cui approdare.

Volano i frutti come volano i semi piumosi del tarassaco, tutti in cerca di strade disegnate dal vento sullo sfondo delle nuvole.

Poi ancora, paesaggi erbosi, pioppi dalle larghe foglie e alberi argentati come i salici, a ricordarci la leggenda dei piangenti e di come una passeggiata come questa può tenerci lontano dal pianto di una vita cittadina immersa nello smog e nel cemento.

Ecco una piccola scala di legno, si apre davanti a noi uno spiazzo e un piccolo miraggio: un'oasi nel silenzio per quelle creature che da ultime sono rinate nella dignità di una Vita vera.

Ecco a voi...

DALLA CARTA ALLA CARTA

 piccolo poetico video durante il laboratorio di carta riciclata

 

Un ringraziamento speciale a Sopetta 

per il regalo e la sua preziosa partecipazione

All'indirizzo 

http://www.fotolog.com/drawing_aloud/

le immagini poetiche di Daniela Muscogiuri, l'artista che ha disegnato per NOI alcuni momenti del progetto Officina della Carta.

Grazie Daniela :)

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