Omaggio alla voce poetica che cantò Darwin

La teoria dell'evoluzione di Charles Darwin, elaborata nel lontano 1859, è stata una vera rivoluzione; L'attenta osservazione della Natura e l'elaborazione di un'ipostesi che destò incredibile stupore, in particolare tra coloro che si definivano creazionisti.

"Noi venuti dalle scimmie?! Ma siamo pazzi?!!?"

Eppure la teoria darwiniana, che trovò successivamente una prima base scientifica nelle teorie sull'ereditarietà di Mendel, ci porta a riflettere su questa grande comunità vivente che ci include e ci abbraccia come una grande e unica famiglia.

Ma rivoluzionaria fu anche una musica, che ricostruì un'opera in continuo movimento, quella della Vita che riguarda tutte, tutti e tutto. 
Se non vi siete mai chiesti come potrebbe essere il sottofondo musicale della nascita della vita, vi invito ad ascoltare il brano seguente di un gruppo musicale italiano, ironico e poetico, il Banco del Mutuo Soccorso, la cui voce sorprendente ci ha da poco lasciati. 

https://www.youtube.com/watch?v=i6ftVe3JyIQ

La musica quindi, come vettore per entrare in una storia di forme e adattamenti, di vita acquatica e terrestre, di acqua e di calore.
La nostra storia.

Ciao Francesco.
Disegno a cura di Giovanni Dose tratto dal sito http://www.actaplantarum.org


I merli e i giorni della merla


E’ inconfondibile quando solleva la coda e abbassa le ali appena si posa al suolo, o quando in primavera va alla ricerca di insetti o lombrichi correndo e saltellando rapidamente. Inconfondibile è anche il suo canto, che passa da uno stridente chiacchierio simile ad un “dik-dik-dik”, emesso alzandosi in volo, a flautati gorgheggi emessi dall’alto dei rami degli alberi. Avendo ormai perso la naturale e astuta diffidenza, nei giardini e nei parchi urbani la sua figura impettita fa mostra di sé, avvicinandosi a incuriositi osservatori. Dall’occhio guardingo cerchiato di giallo vivo nel maschio e dal piumaggio lucido, folto, ma soprattutto scuro, è il più diffuso pennuto della nostra penisola dopo il passero.
E’ il merlo (Turdus merula), che regala un’armoniosa compagnia nei ritagli verdi delle nostre città. Classificato come passeriforme, appartenente alla famiglia Turdidae, presenta una evidente differenza tra i sessi (dimorfismo sessuale), infatti il maschio è nero e la femmina è bruna come i giovani. Questo uccello dalle zampe scure, raggiunge le dimensioni di 25 cm da adulto. La forma del becco, scuro nella femmina e giallo nel maschio, indica un regime alimentare di tipo onnivoro: appuntito per consentire la raccolta di semi e sufficientemente lungo da permettere la presa di piccoli animali. 

 
Sebbene il colore scuro del piumaggio rappresenti la caratteristica forse più evidente, esistono esemplari molto lontani da questa raffigurazione; si tratta degli individui affetti da aberrazioni cromatiche come i rari albini, in cui il becco, l'iride e le zampe color rosa completano il bianco piumaggio, o i più frequenti albini parziali, caratterizzati da macchie bianche sul piumaggio normalmente colorato.
Questi esemplari dalla pigmentazione anomala risalgono ad epoche remote; da Aristotele in poi infatti, sono numerosi i naturalisti che ne hanno documentato l’esistenza. Anche se raro come fenotipo, tanto da meritare il famoso detto francesec’est un merle blanc”, che equivale al nostro “è una mosca bianca”, esiste una celebre leggenda secondo cui questo uccello nacque bianco per poi divenire nero. 

Si narra, infatti, dell’esistenza di un’epoca in cui il mese di gennaio aveva ventotto giorni e i merli erano bianchi. Un giorno una mamma merla, che abitava una grande quercia insieme alla sua famigliola, si mise a sbeffeggiare gennaio che giungeva al termine dicendogli che era felice finisse, così che non li avrebbe più torturati con il freddo. A quel punto gennaio, per ripicca, rubò tre giorni a febbraio lasciandogliene ventotto, e tramutò i suoi ultimi giorni in un insopportabile inverno ghiacciato. Mamma merla e la sua famiglia, colpiti dal gelo, trovarono riparo al caldo del fumo che fuoriusciva da un camino e che colorò di nero le loro penne. Da allora, si dice, i merli sono neri come la pece e gli ultimi giorni di gennaio sono noti come “i giorni della merla”. 
 
Nella realtà, il merlo deve la sua colorazione ad alcune sostanze che si depositano
nella struttura delle penne durante l’accrescimento, le melanine, responsabile della colorazione nera, grigia, bruna, fulva e giallo-scura. Altre sostanze, note come carotenoidi, sono responsabili della colorazione gialla, arancione, rossa e,
raramente, blu-violacea. Il blu o l’azzurro, invece, non dipendono dai pigmenti ma dai fenomeni di riflessione della luce, mentre le sfumature, hanno origine dal  modo in cui le sostanze che determinano i colori sono distribuite sulle penne. A causa di mutazioni genetiche, le sostanze coloranti possono essere sintetizzate in eccesso (melanismo, eritrismo) o in difetto (isabellismo, leucismo, albinismo) e determinare un’anomalia nel piumaggio. Non di rado alcuni animali portatori di queste mutazioni presentano svariati deficit che ne pregiudicano la normale sopravvivenza. Questo dato emerge dalle esperienze di alcuni centri di recupero dell’avifauna, da cui risulta che individui albini o parzialmente albini siano più deboli dei conspecifici dal piumaggio normale. Inoltre, negli ambienti naturali la pigmentazione anomala è selezionata negativamente, a causa della difficoltà di mimetizzazione che ne derivano e per la sensibilità alla luce del sole. Nelle città invece, data la scarsità di predatori e la maggior presenza di anfratti, è maggiore la possibilità di permanenza in vita. Ecco perché negli ambienti urbani gli uccelli affetti da aberrazioni cromatiche riescono a trovare habitat idonei dove abitare e
nidificare, sfruttando i vantaggi che luoghi così lontani e diversi da quelli naturali
possono offrire.

In via V. Olcese a Roma, abita un merlo parzialmente albino, individuabile per le numerose macchie bianche asimmetriche sul manto nero lucente. A volte, affacciandosi dalle finestre della biblioteca G. Rodari, lo si può scorgere che saltella sul prato nella stagione calda o curiosa tra i rami in inverno; insieme ai merli dal piumaggio uniforme e altri uccelli come cornacchie, storni e piccoli passeriformi sfrutta le agevolazioni della città rendendo il giardino ricco di suoni e colori. 


Da www.ecologiadellanutrizione.it
rubrica di educazione ambientale 


Bibliografia e webgrafia Volario, A. Cattabiani

Ornitologia urbana, M. Dinetti, M. Frassinetti

Guida degli uccelli d’Europa, R. Peterson, G.

Mountfort, P.A.D. Hollom

http://www.ebnitalia.it/QB/QB003/aberrazioni.htm

http://testudoalbino.com/pagine/infoalbinismo.php


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